Riflessi di Scienza

Entra maiale, esce salame.

Andrea Brunello Season 1 Episode 10

Il lavoro più antico del mondo, quello dell'insegnante, è anche - forse - il più difficile e anche uno dei più sottovalutati. Lo sa benissimo Stefano Oss, professore di fisica presso l'Università di Trento e responsabile del Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche del Dipartimento di Fisica, che da più di 20 anni dedica il suo tempo a studiare come migliorare la didattica della fisica e più in generale come aiutare gli insegnanti a contribuire al mantenimento del naturale senso di curiosità che hanno i bambini e che, con il tempo, tende ad affievolirsi se non anche a scomparire. Ne parliamo in questa puntata di Riflessi di Scienza dove, ahimè, il maiale che entra e che esce salame rischia di non essere il suino.

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Andrea Brunello – 00:11

Ci sono alcune persone che sembrano fare tutto con una buona dose di ironia, come se non fosse importante quello che fanno, come se loro guardassero da qualche altra parte, incuranti delle convenzioni della nostra società, come se avessero una struttura di valori leggermente diversa da quella degli altri. Poi però spesso ti accorgi che invece questo fatto di giocare e provocare è in realtà un segno di grande rispetto, e di voler andare contro il conformismo imperante. E allora cominci ad apprezzare queste persone, a capire la loro importanza. Perché quello che stanno dicendo è che il re è, molto spesso, nudo; e noi, con le nostre convenzioni, con le nostre strutture sociali, non ce ne accorgiamo. Stefano Oss è uno di questi. Stefano è un burlone, sembra che non si prenda mai sul serio, però poi ti accorgi che invece prende molto sul serio quello che fa. Stefano e io ci conosciamo da quasi venticinque anni e posso dire di conoscerlo un pochino. Certo non tanto perché una persona non la conosci veramente finché non la sposi e poi la divorzi. E Stefano ed io non ci siamo mai sposati, ma diciamo che almeno un po’ posso dire di conoscerlo. Stefano è una persona estremamente modesta, per esempio gli chiedi di presentarsi.


Stefano Oss – 01:34

Mi chiamo Stefano Oss, ti dò la forma brevissima della biografia, nato nel 59, operativo, ancora vivente. Questa era la forma breve. 


Andrea Brunello – 01:42

Però non ti dice di essere professore ordinario di Didattica e storia della fisica dell’Università di Trento.


Stefano Oss – 01:48

Sono professore ordinario di Didattica e di storia della fisica. 


Andrea Brunello – 01:53

Vabbè sì, te lo dice, ma solo dopo che lo hai provocato. Però non ti dice che è il delegato…


Stefano Oss – 01:59

Io sono il delegato del rettore per l'orientamento dalle scuole all'università; perché ci sono vari livelli di orientamento. Sono delegato, per questo e per la comunicazione della Scienza, cioè ne ho due deleghe. 


Andrea Brunello – 02:11

Vedi è un burlone, c'è poco da fare, un burlone. 


Stefano Oss – 02:17

È un po' scherzo, un po' no.


Andrea Brunello – 02:20

Eh “un po' scherzo un po' no”, vabbè le ultime parole famose. Allora vediamo di capire meglio un po' chi sei perché tu sei stato prima fisico sperimentale, poi fisco teorico, poi ti occupi di Didattica della fisica, dicci un po’. 


Stefano Oss – 02:37

Ho avuto tanti pezzi no del mio percorso perché ho fatto il fisico sperimentale, poi puramente teorico, proprio algebra e poi questa parte di didattica molto più lunga. 


Andrea Brunello – 02:48

E adesso tu dirigi il mitico laboratorio di Comunicazione delle Scienze fisiche del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. Un posto che Personalmente io adoro. Bene adesso che ti sei presentato impostiamo il ragionamento. Con Stefano oggi parleremo di didattica e poi in chiusura anche un po’ di musica. Perché forse non lo hai capito, ma Stefano è lo stesso Stefano Oss che saluto alla fine di ogni puntata quando dico “musiche composte ed eseguite da Stefano Oss”. Sì, è lui è quello Stefano Oss. E questa volta per la puntata numero 10 che chiude questo primo ciclo di Riflessi di scienza, ho pensato che lui sarebbe stato l’ospite perfetto perché è indiscutibilmente un pensatore originale, quello che fa è super interessante e anche perché così celebriamo degnamente le prime 10 puntate di questo podcast. Cominciamo quindi, cominciamo con la didattica. So che hai un punto di vista estremamente originale su questo argomento. Tu sei un ricercatore nel campo della didattica della fisica e a volte dici anche delle cose piuttosto abrasive su questo soggetto. 


Stefano Oss – 04:35

No, ma te ne dico ben altre di abrasive se vuoi. Ti racconto questo aneddoto: è stata fatta un'inchiesta in Inghilterra, Ken Robinson, un grande studioso della didattica, diciamo l’inventore di creative thinking, il pensiero creativo, che è il pensiero più bello che noi abbiamo, cioè creare qualcosa osservando come è fatto il mondo. In questo studio si chiedeva agli intervistati “cosa puoi fare con una graffetta” - quella per mettere assieme i fogli -. E se tu chiedi questa cosa all’asilo ottieni dozzine di risposte diverse. Letteralmente, si arriva a cinquanta, sessanta risposte in media. Ma risposte che a noi ridere, invece a loro fanno pensare. Posso costruire un dinosauro, posso fare dispetti a un mio compagno, posso fare i dispetti al mio compagno lo pizzico, posso agganciare l'asciugamano in bagno. Quasi mai vien fuori “posso attaccare due carte”, ma vien fuori la creatività incredibile. E puoi disegnare un grafico del numero di cose, come fare una graffetta in funzione dell'età e il grafico diminuisce fino ad arrivare a uno. Puoi fare solo una cosa, ovviamente attaccare due fogli, quando hai finito la scuola, cioè la scuola ha ucciso il pensiero creativo, secondo questa visione questa inchiesta. 


Andrea Brunello – 06:00

Questo aneddoto mi pare un po' come dire, estremista? 


Stefano Oss – 06:05

Estremista, ma un sacco di verità.


Andrea Brunello – 06:08

Quindi tu mi stai dicendo che secondo questo studio inglese condotto da sir Ken Robinson, mitico, la scuola, almeno quella inglese non contribuisce a mantenere o anche a sviluppare la naturale creatività dei bambini. Bambini che invece nascono con una loro creatività assolutamente fantastica.


Stefano Oss – 06:30

I bambini sono meravigliosi perché devono scoprire come è fatto il mondo, altrimenti si fanno male, cioè devono capire le relazioni spaziali, temporali e sensoriali. E fanno fisica, fanno chimica, fanno biologia, fanno matematica perché fanno misure; sono scienziati, anche se magari i conti non li fanno, è l'atteggiamento giusto dello scienziato.


Andrea Brunello – 07:02

Allora sei veramente abrasivo. Proprio tu che sei un fine pedagogista dovresti avere un atteggiamento più accomodante.


Stefano Oss – 07:12

Io non sono un pedagogista, la pedagogia come disciplina la considero a rischio di essere un contenitore vuoto, cioè di tante regole, che non tengono conto dell'importanza della applicazione. I pedagogisti mi odiano quando faccio questo discorso, ma insomma, non mi si può venire a spiegare come si spiega la fisica, la caduta di un grave o un fenomeno magnetico, da una persona che non sa cosa sia la caduta di un grave o un fenomeno magnetico. 


Andrea Brunello – 07:38

Sarebbe come insegnare come si scia senza mettere gli sci. 


Stefano Oss – 07:42

Sarebbe come insegnare come si scia senza mettere gli sci.


Andrea Brunello – 07:48

Vedi che anche se io e te non abbiamo divorziato so già quello che stai per dire. E quindi tornando alla scuola?


Stefano Oss – 07:56

La scuola invece che farti venir voglia di scoprire come è fatto il mondo tende a soffocarlo. A meno che tu non aiuti gli insegnanti a non far crescere questo disagio intellettuale. È che non è facile.


Andrea Brunello – 08:07

Senti ma sei d'accordo con me nel dire che gli insegnanti hanno un compito difficilissimo da svolgere, soprattutto adesso che il mondo è così complesso. Io credo che non sia mai stato così complesso come adesso. 


Stefano Oss – 08:21

Continuo ad avere un massimo rispetto per il loro mestiere, per le loro figure perché fanno qualcosa di veramente difficile. Non saremo mai abbastanza consapevoli di questo fatto. 


Andrea Brunello – 08:35

Sì, sì esatto e devo dire che condivido con te questo sentimento di riconoscenza nei loro confronti e so che tu lavori tantissimo con gli insegnanti. 


Stefano Oss – 08:44

I protagonisti del lavoro che faccio nel mio laboratorio sono gli insegnanti.


Andrea Brunello - 08:49

So che lavori con tutti gli insegnanti anche quelli delle scuole primarie, ma soprattutto quelli delle scuole secondarie giusto? 


Stefano Oss – 08:56

Sistematicamente lavoriamo con gli insegnanti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado.


Andrea Brunello – 09:02

Il tuo laboratorio è conosciutissimo e devo dire anche apprezzatissimo in provincia di Trento, ma non solo, perché fate numerosi corsi di aggiornamento per gli insegnanti, ma non fate formazione per abilitarli all'insegnamento e so che c'è un motivo per questo. Ti va di spiegarcelo? Abbiamo questa situazione vergognosa in Italia che non permette di abilitare insegnanti al liceo, se non per concorso. 

In Italia credo che siamo l'unico paese al mondo, se non l'unico siamo un paio, che non ha un sistema attivo di abilitazione - missione - ruolo degli insegnanti secondari delle scuole secondarie. Che non vuol dire che contano poco: sono le scuole medie e le scuole superiori. È da 25anni che stiamo aspettando un sistema stabile di abilitazione degli insegnanti.  


Andrea Brunello – 10:07

Però c’è stato un importante spiraglio di luce proprio l'anno scorso a luglio. 


Stefano Oss – 10:11

L’ultimo passo è stato fatto nel luglio del 2022, quando è uscito in Gazzetta Ufficiale una legge, un Decreto-legge, che diceva finalmente vi diciamo come formare gli insegnanti secondari: devono acquisire 60 crediti dopo una laurea magistrale, quindi un grosso percorso, allineato al sistema formativo europeo, perché in Europa si fa così in tutti gli stati. Uno si laurea triennale magistrale, poi fa due anni di specializzazione, un po’ come i medici perché ci vuole questo lavoro. Specializzazione col tirocinio, c'è presenza in scuola e ci hanno detto nel luglio del 2022 che anche noi finalmente abbiamo questa cosa 60 crediti e si parte. Abbiate un attimo di pazienza, manca un decreto attuativo. Che cosa contengono i 60 crediti? Ci servirebbe sapere per organizzare il percorso. E questa è l'ultima cosa che non ci hanno detto. 

Non hanno più fatto nulla da luglio dell'anno scorso. Quindi noi non siamo riusciti a far partire il decreto di legge di luglio che prevede i 60 crediti e questa è l'Italia che ogni tanto mi vien da dire non ci meritiamo. Però è così.


Andrea Brunello – 11:52

Sai Stefano, ho come l'impressione che l'Italia sia una specie di terra dei miracoli cioè, nonostante tutto, riusciamo ancora a essere competitivi dal punto di vista della didattica e molti dei giovani che escono dall'università sono preparati molto bene quando li paragoni a quelli di altre nazioni sviluppate, di studenti di altre nazioni sviluppate. Quindi la stragrande maggioranza degli insegnanti in Italia fa comunque un ottimo lavoro. È che insegnare non è facile e sarebbe bello che ci fossero percorsi formativi e abilitativi adeguati. 


Stefano Oss – 12:23

L’insegnamento è una missione complicata che non si improvvisa.


Andrea Brunello – 12:28

Il problema è che oggi c'è bisogno di chiare competenze interdisciplinari perché il mondo è veramente complesso, proprio come dicevamo prima. E so che su questo fatto tu hai dedicato parecchia attenzione. 


Stefano Oss – 12:37

Le discipline sono tutte intersecate, la cultura è una cosa molto più ampia e complicata; oggi non basta saper far di conto per dire, insomma che posso entrare nel mondo e combinare qualcosa di Bisogna capire a cosa serve saper far di conto e bisogna anche secondo me quando uno insegna a trasferire la passione che ci può essere dietro al saper far di conto.


Andrea Brunello – 12:58

Beh, ma in un certo senso gli insegnanti sono dei comunicatori del sapere e la comunicazione efficace passa attraverso le emozioni. 


Stefano Oss – 13:06

C’è ancora questa brutta moda di pensare che se io so qualcosa lo posso insegnare. Non è assolutamente vero.


Andrea Brunello – 13:13

!uesto è il motivo perché tu e i tuoi colleghi del tuo Laboratorio di comunicazione delle Scienze fisiche fate ricerca in didattica della fisica; perché bisogna andare oltre a questo paradigma che prevede che se conosco qualche cosa la posso anche insegnare. Non è così.


Stefano Oss – 13:27

Fare didattica vuol dire comunicare; comunicare è un'arte letteralmente perché mette in gioco non solo le conoscenze, ma anche emozioni e altre caratteristiche del linguaggio, della storia, insomma delle persone. 


Andrea Brunello – 13:55

Senti Stefano ma in un mondo come quello di adesso, così oggettivamente complicato e anche pieno di contraddizioni, dove ci sono così tante distrazioni, come fai tu? Come fai il tuo laboratorio a formare gli insegnanti? Cioè, qual è la filosofia che seguite? Che cosa passate a questi insegnanti?


Stefano Oss -14:18

La prima cosa è recuperare negli insegnanti la voglia di capire quante belle cose puoi fare con una graffetta e questo è la nostra scommessa, bisogna creare interdisciplinarità. Cioè a scuola gli insegnanti devono parlarsi fra di loro. 


Andrea Brunello – 14:33

Anche perché il mondo non è a compartimenti stagni, c'è bisogno di una visione organica. 


Stefano Oss – 14:40

Coordinata, sì. Le competenze singole sono salve, ci mancherebbe altro: l’economista, deve parlare di economia, ma in un contesto, con delle modalità attente ai limiti e ai collegamenti che ci sono con le altre discipline. Questo non è facile, assolutamente, nelle scuole non si è mai fatto o pochissimo. 


Andrea Brunello – 14:56

Il discorso è veramente complesso. Ti va se facciamo un esempio? So che uno dei punti che ti sta veramente a cuore è il discorso attorno alla questione ambientale, che ahimè è sempre più urgente. 


Stefano Oss – 15:08

Sembra incredibile, però noi abbiamo osservato che fisica o scienza dell'ambiente non è mai stata una materia di studio nelle nostre scuole, in nessun tipo, neanche in quelle scientifiche. E questa è una cosa allucinante perché noi abbiamo il mondo che si sta distruggendo, si sta sgretolando a colpi del nostro antropocene, di inquinamento, di zozzeria e la scuola è indifferente a questa cosa. Cioè, noi forniamo persone che imparino questa cosa, ma non certo a comportarsi bene nei confronti del clima e dell’ambiente. 


Andrea Brunello – 15:37

Perché la questione non è vista da un punto di vista multidisciplinare, cioè tutto viene insegnato a compartimenti stagni.


Stefano Oss – 15:44

Cioè uno non può pensare di dire “bruciamo meno immondizia, faccio gli inceneritori, sì o no il nucleare, il fotovoltaico è pulito” o altre cose molto discutibili senza tener conto anche di un aspetto giuridico, uno tecnologico, uno sociologico anche… 


Andrea Brunello – 16:01

Adesso capisco, quindi questo è l'approccio, è il modo di ragionare che prepara gli studenti al mondo; perché se c'è una cosa interdisciplinare è proprio il mondo in cui viviamo e sarebbe bello che gli insegnanti applicassero questo modello.

Stefano Oss – 16:14

Sono problemi di enorme attualità che prevedono una interdisciplinarità anche nel metodo didattico; quindi, basta che il fisico parli solo della sua fisichetta? Basta che il giurista parli delle sue leggine? Devono capirsi, a far vedere che noi siamo una umanità che ha una cultura collegata.


Andrea Brunello – 16:54

E questo è per quanto riguarda la questione ambientale, ma non tutti sono interessati alla questione ambientale, direi purtroppo però so che è così. So che applichi questa metodologia anche in altri ambiti forse meno complessi, ma altrettanto validi, come lo sport.


Stefano Oss – 17:09

C’è la fisica della corsa, c'è la fisica dell'arrampicata, c'è la fisica del basket: sono tutte cose che adesso gli insegnanti di educazione fisica si divertono a osservare, a discutere con noi; oppure con insegnanti di chimica, dove si parla di metabolismo, di questioni legate a uno come mangia, cosa beve per fare bene uno sport. Cose di questo tipo. 


Andrea Brunello – 17:32

Abbiamo parlato degli insegnanti e come dici tu ce ne sono di ottimi, e questi sono tanti, e di meno ottimi e anche qualcuno di pessimo. Ma sappiamo benissimo che oggi gli insegnanti hanno a che fare con un altro problema formidabile: i genitori del nuovo millennio. 


Stefano Oss – 17:49

Adesso c'è un controllo micidiale delle famiglie sull'operato degli insegnanti che secondo me non va bene perché la maggior parte delle famiglie è preoccupata solo per il benessere apparente dei propri figli, cioè che escano beati beoti dalla scuola, cioè non infastiditi, non preoccuparti, come se il mondo poi fosse tutta una meraviglia.


Andrea Brunello – 18:11

Anche se il mondo è ben distante dall' essere tutta una meraviglia.


Stefano Oss – 18:15

Il mondo è un disastro. Se non ti prendi un paio di craniate o di botte sui denti finché sei piccolo e poi puoi aggiustarteli i denti, dopo è un problema. 


Andrea Brunello – 18:22

Come al solito il discorso è delicato, ci sarebbe molto da dire però sarebbe bello se gli insegnanti ricevessero il rispetto che si meritano, considerando anche il compito difficile che svolgono. 


Stefano Oss – 18:35

Una volta succedeva che le famiglie stavano al loro posto, cioè riconoscevano una professionalità, un ruolo degli insegnanti indiscutibile. 


Andrea Brunello – 18:41

Ma come è successo tutto ciò, come siamo arrivati a tanto? 


Stefano Oss – 18:46

All'inizio degli anni 90, durante tutti gli anni 90, è arrivato internet. 


Andrea Brunello – 18:49

Internet si è vero, è vero. Sono d'accordo, internet ha creato dei mostri, cioè ha fatto anche del bene, ma ha creato dei mostri perché c'è questa idea che se mi documento un pochino e ho una qualche infarinatura di qualche cosa, beh allora posso considerarmi un esperto. È un meccanismo psicologico piuttosto subdolo, ma molto ben conosciuto dagli psicologi.


Stefano Oss – 19:12

Io adesso osservo un mondo in cui la cultura è stata non solo diluita, violentata proprio perché sono tutti liberi di esprimersi su fatti che invece dovrebbe essere veicolati, gestiti, portati avanti solo dagli addetti ai lavori.


Andrea Brunello – 19:31

Siamo in un mondo di opinionisti? 


Stefano Oss – 19:34

Fra i mestieri che io trovo più odiosi a questo mondo e pericolosi - per quello che li odio non perché mi sono antipatici – c’è quello dei cosiddetti opinionisti; non esistono nella scienza le opinioni. Ci sono i fatti e basta. Quindi quando mi viene un opinionista a dirmi “Ma secondo me il nucleare non va bene”, io gli dico: “Lascia perdere secondo te. Sei un ingegnere nucleare sì o no? No? Allora stai zitto”.


Andrea Brunello – 19:55

Opinionisti tuttologi per altro. 


Stefano Oss – 19:58

Potrei parlare per la stessa cosa del virus, dell'economia, dei Bitcoin, eccetera eccetera. 


Andrea Brunello – 20:03

E poi ci sono gli influencer che non è una malattia, ma quasi. E per questi non sembra esserci vaccino. 


Stefano Oss – 20:12

Questa è una catastrofe perché approfitta delle menti apparentemente deboli, manipolabili dei giovani, che questi seguono il pifferaio magico; ragazzotti che non hai neanchef inito la scuola e che si trascinano dietro centinaia di migliaia di seguaci che limitano a fare scemenze, invece che a studiare, a capire come funziona il mondo, cioè andando a scuola, soffrendo a scuola, faticando a scuola.


Andrea Brunello – 20:37

Ascolta Stefano, per chiudere questo bel discorso sulla didattica, sugli insegnanti, sulle famiglie, gli scienziati. Cosa mi dici di questo nuovo invitato di pietra: chatGPT, l'intelligenza artificiale. 


Stefano Oss – 20:49

ChatGPT è il demonio. Immaginarsi il pianista, che vuole fare il concertista, il virtuoso, senza fare gli arpeggi e le scale. Non esiste, non potrà mai. Gli arpeggi e le scale sono due palle, io le ho fatte; è di una noia mortale, non dà molta soddisfazione, ma ti permette di capire come funzionano i muscoli del corpo per suonare - a parte cheti permette di imparare altre cose -. 


Andrea Brunello – 21:28

Ah ho capito. Quindi ChatGPT rimuove la ripetitività di alcuni esercizi che possono sembrare noiosi però a scapito appunto della memoria muscolare, piuttosto che mentale e cerebrale, che quegli esercizi ti permettono di acquisire. E quindi ChatGPT elimina il lavoro sporco.


Stefano Oss – 21:56

È vero che fa il lavoro sporco, anche di più del lavoro sporco. Io non so fare quel conto: interfaccia, linea testuale: “Mi fai per piacere questo esercizio?”. O meglio: “Quanto fa questa espressione?” e mi dice 1/2”. E io le rispondo: “ChatGPT ma perché fa ½?” non esce mai intelligente. “Ti spiego tutti i passaggi” e mi spiega tutti i passaggi. Io non li guardo neanche, io li copio o li imparo a memoria, ma non li faccio io perché me li ha fatti un’intelligenza artificiale e il robot, come si diceva una volta, mi ha fatto gli arpeggi. Poi metto al pianoforte e dico: “Ora non so suonare”. Il lavoro sporco non è sporco, nel senso che può essere noioso, fastidioso ma è formativo. Se ho qualcun altro che lo fa al posto mio, io non farò mai il percorso che mi conduce a una conoscenza e a una competenza soprattutto, di qualsiasi materia. 


Stefano Oss – 23:07

Tutti adesso gridano alla meraviglia: “Ah ho chiesto a chatGPT di farmi il riassunto sulla vita di Dante Alighieri, le ho specificato che avevo bisogno di un saggio di 400 parole e me l'ha fatto, perfetto”. Bravo scemo, te lo devi fare da solo il saggio su Dante Alighieri perché, a parte che impari qualcosa su Dante Alighieri, non ti interessa? No, non è questo il punto, lo devi fare perché impari a organizzare il tuo pensiero, per scrivere in un certo modo. Se non impari a far così fra poco corri dietro come uno scemo, assieme ad altri milioni di persone, agli influencer di turno, che ti vende il suo prodottino. Te lo vende, c'è la pubblicità dietro, sono soldi.


Andrea Brunello – 23:43

Quindi che tipo di studenti rischiamo di preparare così? Con quali capacità?


Stefano Oss – 23:48

Sarà una capacità del tipo come diceva un mio collega “entra il maiale esce il salame, basta saper girare la manovella”. 


Andrea Brunello – 24:08

Senti ma così non ci si prepara per un mondo che può essere veramente anche crudele, ti senti ottimista? 


Stefano Oss – 24:17

Ci sono due mondi quello naturale che se ne frega della gente che c'è sopra; noi non pensiamo di essere chissà chi, perché fra qualche miliardo di anni noi saremo spariti comunque. Ma prima, ma voglio dire, il pianeta Terra sarà polverizzato in tutti i suoi atomi. Mi vien da ridere a pensare quelli che dicono ma scapperemo. Ma dove vai? Cioè il sole probabilmente diventerà una gigante rossa, si mangerà Mercurio, Venere, Terra e Marte, non esisterà più niente. Quindi il mondo avrà una sua storia fisica assolutamente indifferente dalla nostra. Però poi c’hai la dimensione del mondo nel senso delle persone che ci abitano e le persone che ci abitano sono ignoranti, non hanno capito come sta andando il mondo. 


Andrea Brunello – 25:04

Ignoranti nel senso che ignorano non che sono stupide, giusto? Ecco, perché non vorrei che qualcuno si sentisse offeso. Quindi come usare gli strumenti per capirlo bene? 


Stefano Oss – 25:14

Eh, gli strumenti sono quelli della cultura scientifica, della conoscenza. Però io non sono ottimista.


Andrea Brunello – 25:20

Ma dai veramente guarda? Non so perché ma l’avevo intuito. 


Stefano Oss – 25:25

Puoi girarci intorno finché vuoi ma noi abbiamo speranza di cavarcela solo se usiamo i ritrovati della scienza. A noi quello che ci preme alla fine è di salvarci la pellaccia, come si dice, perché abbiamo questa unica opportunità; siamo capitati qua, non si capisce come mai. Cioè si sa perché ma come esistiamo e poi io almeno sono convinto benissimo lì, come va a finire; quindi, abbiamo questa occasione e la sfruttiamo. Cioè chi ha più fortuna, chi meno certo, però ci preme la pellaccia e la pellaccia la facciamo durare più a lungo solo se seguiamo il metodo scientifico. 


Andrea Brunello – 25:59

Quindi ai tuoi colleghi che qualche volta ti criticano perché vedono la didattica della fisica come una fisica di serie B - cosa che non lo è per niente - tu cosa rispondi? 


Stefano Oss – 26:09

Ai miei colleghi che chiedono, giustamente, onestamente, ma tu che contributo dai alla fisica perché non mi occupo del Bosone di Higgs o dei buchi neri; e mi è chiaro questo, che non do contributi in questo senso. Però senza il mio lavoro io sono abbastanza convinto che non ci possono essere le persone che scoprono i buchi neri e i Bosoni di Higgs perché non si avvia tutta questa catena. Quindi il mio successo è indiretto. Sono abbastanza convinto di questo. 


Andrea Brunello – 26:38

E io sono totalmente d'accordo con te e poi sono ventidue anni, se non sbaglio, che fai didattica della fisica, ricerca in didattica e certamente, insomma, hai trasformato, hai formato moltissimi insegnanti che poi hanno forma studenti, aiutando i giovani a trovare una direzione in questo mondo così complicato e secondo me questo è importantissimo. 


Stefano Oss – 27:07

Sono abbastanza convinto in questi ventidue anni di ricerca didattica, di aver contribuito al cambio generazionale degli insegnanti e questo vuol dire per me, per la mia sensibilità, di aver contribuito al cambio di attitudine mentale, di cultura, dei loro studenti, che poi sono diventati in parte nostri studenti, che poi sono diventati e diventeranno ricercatori, anche in fisica. 


Andrea Brunello – 27:35

Per un futuro migliore. Ascolta Stefano, ma veniamo all’altro tuo impegno, questo meraviglioso podcast. Possiamo dircelo, ma diciamolo: questo meraviglioso podcast. 


Andrea Brunello – 28:13

Se c’è una cosa che devo dire, che tu sei sempre stato a fianco di tutti i progetti che ti ho proposto dal Jet Propulsion Theatre, al Teatro della Meraviglia Festival a quest'ultima pazzia. 


Stefano Oss – 28:26

Quando tu me l'hai proposto ci ho creduto fin dall'inizio. 


Andrea Brunello – 28:29

Ed è subito che tu hai accolto la proposta di accompagnare con musiche originali gli incontri estremamente speciali che facciamo in questo podcast. Però tu sei fisico. Lo abbiamo spiegato, abbiamo dedicato tutto il tempo finora a parlarne. Però sei anche musicista. 


Stefano Oss – 28:47

Io sono al conservatorio per quasi otto anni; non voglio confrontarmi con chi della musica ha fatto una professione perché è ben diverso, però la musica è delicatissima perché devi dedicarci tutto il giorno anima e corpo. Insomma, però tutti i giorni un'ora suono o anche un'ora e mezza, cerco di trovare il tempo.


Andrea Brunello – 29:21

È vero che musica e fisica vanno a braccetto, forse più di tutte le altre discipline artistiche. La musica è per molti versi una forma di fisica che si può ascoltare. 


Stefano Oss – 29:30

La musica è creata sempre da strumenti musicali: che sia la voce, il pianoforte e il violino, c’è qualcosa di fisico che vibra, perché la musica sono oscillazioni dell’aria. Per me questo è un fatto abbastanza incredibilmente bello. Perché le oscillazioni dell’aria, che sono movimenti delle molecole, diventino una cosa che nella tua testa ti evoca sensazioni, ti ricorda la morosa di allora, oppure quella festa strana o il lavoro che stai facendo o ti fa venire il nervoso, secondo me è eccezionale e solo vibrazioni delle molecole dell'aria.


Andrea Brunello – 30:07

Ascolta Stefano raccontaci un po’ meglio come sviluppi la tua musica perché se non sbaglio tu sei un One Man Show. 


Stefano Oss – 30:14

Uso una Yamaha genos che sono spettacolari. Nel senso che hanno un computer, hanno quattro processori a bordo. Cioè non sono cose da poco. Che mentre tu suoni è una quali suoni interpretano molte dei tuoi movimenti di dita, sulla base di uno stile che puoi proporre tu. 


Andrea Brunello – 30:36

Ah, usi un’intelligenza artificiale!


Stefano Oss – 30:39

Certo, è un’intelligenza artificiale.  


Andrea Brunello – 30:40

Senti, siamo in conclusione. Ti va di farci ascoltare qualcosa? Cosa ci proponi? 


Stefano Oss – 30:45

Tanti anni fa, avevo composto – quando i miei figli erano piccoli - una ninna nanna. 


Andrea Brunello – 30:53

Una ninna nanna alla Stefano Oss, che è l'ultima delle persone da cui mi aspetterei una ninna nanna. Sono curioso.


Andrea Brunello – 33:27

Hai ascoltato la decima puntata di Riflessi di scienza, il podcast dell'Università di Trento in collaborazione con Arditodesio. L’ospite di oggi è stato proprio Stefano Oss che ha anche composto ed eseguito le musiche che ringrazio per la sua super disponibilità a stare con noi e giocare. Non ci fermiamo qui però; Riflessi di Scienza continuerà durante l’estate con delle puntate un po' speciali che avrò modo di spiegare nel dettaglio quando le faremo uscire e lo faremo con regolarità, così come sono uscite queste prime 10 puntate. Ti ricordo che puoi trovare Riflessi di scienza in tutti i canali che distribuiscono podcast, quindi Spotify, Apple, Google, Amazon. 

Io sono Andrea Brunello e se hai qualche commento da fare puoi scrivere ad andrea.brunello@unitn.it.

Ciao ciao.

UniTrento.

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